Cosa succede quando all’interno di una famiglia dove vivono uno o più cani, arriva un bambino? Come bisogna comportarsi, quali “regole” da seguire, quali paure e miti da sfatare? Ce lo racconta la nostra adottante Alessia, da poco mamma di Brando, che ha seguito un percorso tutto personale per introdurre nel “branco peloso” formato da Misty e da Zen, il suo piccolo.
“Dovrai stare attenta con i cani quando nascerà”. “Non credo che riuscirai ad uscire con il passeggino e i cani”. “Saranno di certo gelosi del piccolo, stai attenta”. “Io quando ho avuto il mio bimbo, ho lasciato il cane da mia madre per un po’”.
Queste ed altre, le frasi ‘dog-unfriendly’, che ho sentito durante tutta la gravidanza. Le preoccupazioni c’erano, devo ammetterlo, ma la fiducia che tutto sarebbe andato per il verso giusto, è sempre stata più forte di quelle parole per me assurde. Ero ben consapevole che l’arrivo di un figlio avrebbe cambiato molte cose, ma non di certo il grande amore, che il mio compagno ed io, abbiamo per i nostri due cani, né tantomeno il nostro modo di vivere insieme a loro.
Un ‘insieme’ vero: quello che il divano è di chi ci salta sopra per primo ma fondamentalmente c’è spazio per tutti, che nell’etichetta della composizione dei nostri vestiti dovrebbero aggiungerci la percentuale di ‘peli di cane’, che sotto al tavolo c’è sempre uno scalda piedi, che se cucini devi contare qualche bocconcino in più, che si può uscire a passeggiare a tutte le ore, che se vieni a casa nostra loro ne sono parte integrante e devi accettarlo, che se chiudi la porta della camera da letto una tenera zampetta comincerà a bussare e tante altre magiche cinofile follie. Insomma dovevamo darci da fare, affinché il piccolo diventasse fin da subito parte integrante del nostro branco: questa era l’unica via che consideravamo.
Inizialmente ho contatto un’educatrice cinofila specializzata nel rapporto cane-bambino ma una volta appreso il suo metodo, ho capito che non faceva al caso nostro. Ci ha parlato di trasportini, cancelletti, guinzagli per la conoscenza, insomma nulla di più distante dal nostro immaginario, fatto di tanto istinto e pochi vincoli. Volevo preparare i cani al bambino, non stravolgere le loro e le nostre abitudini per il suo arrivo.
Ho preferito informarmi tramite delle scuole di pensiero più vicine alla nostra e abbiamo così cominciato a mettere in atto delle strategie per prepararli al meglio. Ogni tanto ad esempio, a random, facevamo sentire ai pelosi, dei pianti di bambini presi da YouTube. All’inizio saltavano un tantino per aria e si agitavano ma più lo facevamo, più la cosa diventava normale, fino al raggiungimento di un atteggiamento quasi stoico.
Ora ad esempio quando il piccolo piange di notte, loro si girano dall’altra parte e continuano tranquillamente a dormire, nessun disturbo, un po’ come il papà insomma ;-p Ps: se ve lo state chiedendo: sì, dormiamo tutti, ma proprio tutti, nella stessa stanza. Prima dell’arrivo del piccolo, abbiamo introdotto in casa tutti i nuovi oggetti: culla, fasciatoio, passeggino vagante e apportato le modifiche necessarie agli spazi. Di modo che i cambiamenti non venissero associati e non arrivassero tutti insieme al bambino, ma che anche quelli fossero graduali.
Zen ad esempio ha dimostrato da principio particolare interesse per la culla e più di qualche volta ha provato a saltarci dentro. Misty invece era intimorita dal passeggino, lo vedeva come uno strano aggeggio dai movimenti imprevedibili che vagava per casa. L’ha studiato e schivato per un po’, ma ora non le dà più alcun pensiero, anzi lo associa alle passeggiate.
Quando ho partorito ed ero in ospedale, il mio compagno ha portato a casa e fatto annusare loro le tutine usate del piccolo, per fare in modo che al nostro rientro, quel nuovo ‘odore’ non fosse del tutto sconosciuto. Il giorno del nostro ritorno a casa è stato davvero emozionante, per prima cosa ho varcato la soglia di casa da sola, per permettere loro di farmi le feste ed avere un momento solo nostro per ritrovarci. Poi Daniele è entrato in casa con il piccolo Brando e si è abbassato con cautela verso di loro per farglielo conoscere. Ha subito ricevuto il battesimo delle slinguazzate ma poi è successo tutto con molta calma. Era come se avessero capito che si trattava di un cucciolo estremamente delicato e i passi nei suoi confronti sono arrivati con un tatto che ci ha davvero lasciati senza parole. Piano piano, ogni giorno di più.
Noi non abbiamo imposto nulla ma li abbiamo semplicemente sempre invitati ad avvicinarsi. Ora gli gironzolano attorno con serenità, si stendono vicino a lui sul divano, gli dormono a fianco, hanno rispetto delle sue cose e arrivano come due razzi se piange, una scena che tutt’ora mi incanta, arrivano in soccorso quasi prima di me. Si sono decisamente abituati alla sua presenza e lui li osserva tantissimo. Ormai sembra abbia capito che oltre a mamma e papà nella sua casa vivono anche Zen e Misty e che le loro leccate sono come gli abbracci di mamma, o i baci con la barba del papà, arrivano a pioggia.
Ogni mattina mi riempiono il cuore, perché hanno capito la nuova routine. Prima di uscire si sta tutti un’oretta sul divano, per allattare il piccolo e per fare un po’ di coccole. Loro si piazzano sui miei piedi e attendono con estrema pazienza. Mi seguono in bagno per il cambio pannolino e quando comincio a preparare la carrozzina si siedono e mi fissano come a dire: “Dai ora mettici il guinzaglio e usciamo”. Tutte cose che prima davvero non avrei mai potuto lontanamente immaginare.
Per riuscire ad uscire a passeggio tutti insieme, ho trovato utile in gravidanza, fare un passo indietro e tornare a far un po’ di scuola di guinzaglio. Per camminare tutti insieme, più adagio. Mi sono così rivolta ad un esperto e ho fatto con Misty, la più tosta dei due da portare a spasso, delle lezioni. Abbiamo appreso alcune tecniche per rendere le nostre passeggiate a prova di neonato. Non è stato facile farle capire che dovevamo cambiar un po’ il nostro modo di camminare. All’inizio ci ha aiutato qualche croccantino ma poi pian piano la nostra intesa, ha sostituito anche gli snack. Quello che ho imparato con Misty, ho provato a riproporlo a Zen e poi abbiamo messo insieme le cose, fino a riuscire ad introdurre anche il passeggino. Il tutto ci è costato molti wurstel, impegno e camminate un po’ noiosette, lo ammetto, ma è stato fondamentale. Non siamo ancora a prova di ‘olimpiadi canine del bon ton’ ma qualche buon progresso ce lo siamo portati a casa.
Ed ora eccoci qui, riesco addirittura ad uscire da sola con i due pazzoidi e il passeggino. Sono diventati i bodyguards della carrozzina, tanto da impressionare la gente che incontriamo, che mi chiede come sia possibile gestire tutto ciò. Osservare Misty che cammina tranquilla al nostro fianco, con il guinzaglio morbido, è surreale. Se penso che nel suo DNA scorre il sangue di un husky e l’istinto le griderebbe: ‘Corri, tira! Traina!’, sono davvero fiera di lei e dei risultati raggiunti. Ovviamente se usciamo senza il piccoletto torna la solita pazza scatenata di sempre, ma la amiamo anche per questo.
Ovviamente non è sempre facile, bisogna esser attenti e avere costantemente tanti occhi e tante energie per tutti, ma è nostro dovere farlo, per lui, per loro e per la nostra serenità. Noi ci abbiamo messo dell’impegno ma più di ogni altra cosa il cuore, loro hanno fatto davvero tutto il resto. Non oso immaginare come sarà quando il piccoletto comincerà a muoversi per casa, ma posso affermare con certezza, che queste anime belle hanno una sensibilità tale, che ho piena fiducia in loro. Tutto avverrà con estrema naturalezza e il nostro bambino crescerà di certo con un valore aggiunto immenso: l’amore e il rispetto per gli animali. Non potevamo chiedere di più”.
Alessia Fiorentino, https://unabiondaeunapenna.wordpress.com